Ferguson: “Rientro in un paio di mesi, possiamo fare grandi cose”

Parla il capitano del Bologna: "Ogni giorno che passa mi sento più forte"

ferguson

Ai microfoni de Il Resto del Carlino in edicola questa mattina, il capitano del Bologna Lewis Ferguson ha parlato del proprio recupero dall’infortunio: “Sono trascorsi quattro mesi dall’intervento, ho ricominciato ad allenarmi fuori sul campo. Ogni giorno che passa mi sento più forte. Fortunatamente non manca molto. Recupero per la prima gara di Champions? No, è impossibile. Spero di essere pronto in un paio di mesi, a fine ottobre. Ma vedremo come vanno le cose, come rispondo agli allenamenti”.

Un pensiero poi rivolto ai tifosi: “Quando perdi una partita, è normale che i fan pensino a chi non c’è. Il popolo rossoblù è fantastico: non vedo l’ora di ripagarli. Ma non voglio affrettare il mio rientro. Tornerò quando sarò realmente pronto: spero il più presto possibile per poter aiutare la mia squadra”. E uno a questo inizio di stagione: “Io non sono preoccupato per questo avvio di campionato. Anche l’anno scorso siamo partiti così: un pareggio e una sconfitta, avevamo un punto, eravamo nella stessa situazione. Penso che con l’Udinese abbiamo giocato bene, creato tantissimo: in un’altra giornata avremmo segnato tre o quattro gol. La prestazione c’è stata. Quella di Napoli, invece, non è stata la nostra miglior gara, non abbiamo giocato al livello che sappiamo. Ma è normale: sono sicuro che già con l’Empoli i miei compagni si riscatteranno”.

A proposito di compagni, le assenze di Calafiori e Zirkzee si stanno facendo sentire: “E’ normale che quando si fa una grande stagione, qualcuno possa ricevere un’offerta e andare via: è successo a Riccardo e a Joshua, è il calcio. Loro sono sicuramente dei grandi giocatori, sono stati molto importanti per noi e auguriamo loro di fare bene. Ma sono convinto che abbiamo un buon gruppo e possiamo fare ancora grandi cose. Credo sia davvero possibile fare meglio, perché prima dell’anno scorso nessuno pensava che avremmo giocato così, che saremmo arrivati in Champions. Ma niente è impossibile. Quando arrivi così in alto, è importante non fermarsi: anzi, bisogna lavorare ancora più duramente”.

Vedremo se Italiano riuscirà a raccogliere l’eredità di Thiago Motta nella maniera migliore: “Per me è difficile giudicare le differenze perché non mi alleno ancora con la squadra. Da fuori, posso sicuramente dire che hanno la stessa mentalità, la stessa intensità, cercano un calcio propositivo. Primo incontro con Italiano? E’ successo quest’estate: gli altri erano in vacanza, io qui a lavorare. Il giorno che il mister ha firmato il contratto, ci siamo visti e mi ha chiesto subito come stavo, raccontandomi che lui aveva avuto lo stesso infortunio quando giocava. Ogni volta che lo vedo, mi domanda sempre come sto e quando penso di tornare in squadra”.

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