Ezio Pascutti

La sua lunga permanenza al Bologna, estesa fino al 1969, è stata un capitolo di gloria con 296 apparizioni in Serie A e 130 gol. Un momento culminante fu senza dubbio la conquista dello scudetto nel 1964, sigillato in uno storico spareggio contro l’Inter, e l’aggiunta di una Coppa Mitropa al palmares della sua squadra.

Tra i suoi successi personali, Pascutti ha detenuto a lungo il record di reti consecutive in campionato senza calci di rigore (10), un primato infranto solo nel 1994 da Gabriel Batistuta.

In Nazionale, ha indossato la maglia azzurra in 17 occasioni, segnando 8 gol e contribuendo a due campionati del mondo nel 1962 e nel 1966. Tuttavia, la sua carriera internazionale è stata offuscata da un controverso episodio contro l’URSS nel 1963, quando, dopo un duro trattamento da parte del terzino Dubinsky, si è guadagnato un’espulsione al 23º minuto. La sconfitta che ne è seguita ha eliminato l’Italia dagli Europei.

Purtroppo, la fama di “quello del pugno facile” ha segnato la sua carriera. Nonostante non avesse effettivamente colpito il difensore russo, Pascutti è diventato oggetto di insulti e fischi in tutti gli stadi italiani, persino scendendo in campo con tappi di cera nelle orecchie.

Dopo il ritiro, Pascutti ha intrapreso la carriera di allenatore, ottenendo il patentino di seconda categoria per club semiprofessionistici. Ha guidato diverse squadre nelle serie inferiori, tra cui il Baracca Lugo, il Russi e la Sassolese in Serie D.

Ezio Pascutti, un’icona del calcio italiano, riposa ora alla Certosa di Bologna, lasciando dietro di sé una memoria indelebile di successi e sfide affrontate con passione e determinazione.