Daniele Arrigoni, ex allenatore del Bologna e ora collaboratore tecnico della nazionale di San Marino, ha consigliato ai rossoblù di prendere Edin Dzeko, attaccante che possiede ancora un talento eccezionale e che ha deciso il match di sabato proprio contro la sua squadra.
MATCH CONTRO LA BOSNIA. “Sabato pomeriggio c’è mancato poco che facessimo risultato anche in Bosnia, prima in classifica, a mezzora dalla fine stavamo 0-0. Poi ho visto che Dzeko si è alzato, su per giù era il decimo minuto, e a quel punto sono diventato teso, come se me lo sentissi che ci avrebbe fatto male”.
DZEKO. “Se fossi il Bologna prenderei il primo aereo e lo porterei a Casteldebole. Che abbia 39 anni è un particolare che conta zero, non è assolutamente una figurina. Dzeko ha un talento eccezionale, è il gioco del calcio, ce l’ha nella testa, per questo motivo non gli pesano gli anni che ha. Nel caso in cui Dzeko accettasse di fare nel Bologna quello che faceva Altafini nella Juventus diventerebbe un valore aggiunto straordinario per Italiano. Consentirebbe a Castro e Dallinga di crescere, perché quanto ti alleni tutti i giorni con uno come Dzeko migliori per forza”.
ITALIANO. “Da calciatore era un professore dentro il campo, ho fatto di tutto per averlo in una mia squadra. Non è bello e neanche aitante, mi permetto di fare questa battuta, ma è davvero un grandissimo. Fin qua non ha mai sbagliato un anno. Ha tutte le potenzialità per diventare un super allenatore. Doveva fare quello che sentiva dentro, evidentemente sentiva di dover restare a Bologna. Avrà tempo, gli faccio un applauso per la scelta. E poi è l’allenatore del Bologna, che è sempre più una grande squadra. I risultati non vengono mai per caso, datemi retta. L’importante è che all’allenatore vengano dati calciatori funzionali al suo gioco e che l’allenatore sappia gestirli e metterli bene sul campo”.
BOLOGNA. “Il Cesena, essendo cesenate, è la squadra del cuore, ma il Bologna viene subito dopo. La sera della festa del Centenario, quando i tifosi del Bologna mi fecero sentire importante come Roberto Baggio, non la dimenticherò mai”.
SARTORI. “Il primo è Sartori, il secondo è Sogliano. Ma come fanno a trovare tutti questi calciatori sconosciuti che poi diventano importanti? I calciatori devi vederli dentro il campo e non attraverso i video e gli algoritmi. Non scherziamo”.
Fonte: Corriere dello Sport