Oltre alla consueta conferenza stampa della vigilia, Vincenzo Italiano ha rilasciato altre dichiarazioni in cui ha analizzato temi più ampi, tra cui anche il VAR e la lotta Scudetto.
TRACOLLO DELLE ITALIANE. “Ero convinto che Milan, Atalanta e Juve passassero, ma poi vai in certi stadi e ti trovi in una bolgia. Dispiace, anche per il ranking. La Champions è la competizione dei dettagli, se sbagli paghi”.
RIMPIANTI IN CHAMPIONS. “Abbiamo avuto un po’ di sfortuna nel sorteggio. All’inizio non siamo riusciti a fare punti, ma nelle ultime gare con Benfica, Borussia e Sporting abbiamo dimostrato che ci potevamo stare e abbiamo chiuso facendo bella figura. Nei prossimi anni il Bologna in Europa avrà meno timore e più sfrontatezza“.
0 SCONFITTE NEL 2025. “Testimonia la crescita della squadra: c’è equilibrio nella proposta di calcio, con e senza palla. Se vai in campo cercando di fare la partita e con la voglia di non perdere si arriva a un dato così”.
LOTTA SCUDETTO. “Napoli e Inter, 50 e 50. Se la giocano fino all’ultimo. Conte sta facendo un grande lavoro, però l’Inter è più attrezzata come rosa, l’Atalanta la vedo un filo sotto”.
MERCATO DI GENNAIO. “Non mi piace stravolgere a gennaio, abbiamo sostituto Posch con Calabria, poi i rientri di Orsolini e Cambiaghi ci danno completezza: questo ci ha spinto a non fare tanto”.
COPPA ITALIA. “La coppa è un obiettivo della società, siamo in semifinale dopo 26 anni. In questa competizione ho fatto tre semifinali e una finale e, l’anno prima, con lo Spezia arrivai ai quarti. Per me la coppa va onorata, se arrivi in finale è un’emozione unica, un regalo alla città. Poi andremmo pure in Supercoppa in Arabia Saudita: magari”.
VAR. “VAR sì, ma dobbiamo uniformare i giudizi. Falli di mano e rigori lasciano tutti scontenti. Il problema è che se cerchi l’uniformità poi rischi di fischiare tutto”.
BOLOGNA DOPO MOTTA. “Confermarsi è sempre difficile. Ho capito che qui si poteva fare qualcosa di importante: c’è ambizione. E poi la Champions mi ha stimolato, dopo la Conference League volevo mettermi alla prova. Andare in piazza non è solo vincere, ma emozionare, sentire fuori dallo stadio i clacson della gente che festeggia la vittoria sul Borussia pure se sei fuori dalla Champions. Quella è emozione, è piazza. E il mio Bologna deve emozionare. Sempre”.
Fonte: Corriere della Sera